Design inalterato, ma occhio ai particolari
Senza perdere tempo estraggo quindi l’iPhone 7 Plus dalla sua confezione, buttando l’occhio a quelli che in fin dei conti sono gli unici elementi di novità del telefono: la nuova collocazione delle bande gommate copri-antenna, ora dirottate sul profilo dei due lati corti dello chassis, e la parte bassa del dispositivo, orfana del chiacchieratissimo jack audio da 3,5 mm. Impossibile non notare anche la nuova e gigantesca sede della fotocamera, fattasi oblunga per far posto a un secondo obiettivo. Ma di questo vi parlerò più avanti.
Inserisco quindi la scheda Sim nell’apposita sede, ora rinforzata da minuscole guarnizioni in gomma. Sono le protezioni che dovrebbero salvaguardare l’iPhone dagli spruzzi e dai contatti accidentali con l’acqua, ma il condizionale è d’obbligo, dal momento che Apple non garantisce la totale impermeabilità ma la resistenza all’acqua fino a un metro di profondità per un massimo di 30 minuti. Si tratta in ogni caso di un bel benefit, soprattutto per gli utenti maldestri (chi scrive è fra questi): sapere di avere un salvagente per tutte quelle situazioni ad alto tasso di rischio (sì, parlo anche di quando ci si reca in bagno con il telefono pericolosamente in bilico nel taschino dei jeans) è sempre confortante.
Nel complesso l’operazione maquillage può dirsi riuscita. Pur senza togliere il fiato, la linea del nuovo iPhone 7 Plus resta ancora una delle più pulite del circus, soprattutto ora che la schiena è stata ripulita da tutta quella gomma antiestetica.
Il restyling risulta ancora più azzeccato nelle due nuove varianti “all black”, il nero opaco e il laccattissimo JetBlack: il nuovo iPhone 7 sarà pure uguale a se stesso, ma in abito scuro pare davvero tirato a lucido.
Tasto nuovo, vita nuova?
Mentre avvio la pratica di backup per recuperare i vecchi dati del mio account iOS, realizzo che quello che sento schioccare sotto il pollice non è più il vecchio tasto home ma un pulsante tutto nuovo. Ciò che è cambiato non è la forma, ma il feedback: l’iPhone 7, ci spiegano i responsabili di Apple, è il primo iPhone basato su un sistema aptico. Per dirla in modo più semplice: non esiste un vero e proprio tasto fisico con un meccanismo di ritorno, ma un sistema magnetico che vibra ad ogni tocco del polpastrello.
Il primo impatto, lo ammetto, non è dei migliori. Il nuovo tasto home sembra rispondere in maniera differente rispetto al vecchio comando fisico, quasi fosse più pigro. In realtà (lo capirò più avanti) si tratta solo di prenderci la mano, o meglio il dito. Una volta impostato il livello di sensibilità (io ho scelto il terzo, il più vigoroso) e compreso come e quanto “pigiare” tutto torna come prima. Se non addirittura meglio.
Di “aptico” l’iPhone 7 non ha solo il tasto home ma tutta una serie di interazioni interne ad iOS 10: il motore che si occupa di restituire il feedback tattile al pulsante home in alcuni casi fa vibrare anche il display, ad esempio cliccando su uno dei tanti interruttori on/off virtuali o facendo frullare la rotella virtuale della sveglia: sotto i polpastrelli si avverte un lieve picchettio, piuttosto ovattato, comunque credibile (detto da uno che non ha mai sopportato i feedback tattili dei telefonini di ultima generazione).
Il pensiero corre subito agli sviluppatori, che ora si ritrovano con una freccia in più per creare applicazioni coinvolgenti, giochi ad esempio, ma anche titoli basati sull’esperienza tattile. Guardare, anzi toccare per credere questa interessante app che trasforma l’iPhone in un mini-sintetizzatore ad alto livello di realismo.
iOS 10 in pagella
A proposito di iOS 10, qui installato di serie. Il nuovo sistema operativo di Apple – ne abbiamo parlato in questo approfondimento – introduce un nuovo sistema di notifiche, nuove anteprime funzionali (widget), un nuovo modello di organizzazione dei contenuti della gallery fotografica, un refresh piuttosto corposo di iMessage e una serie di potenziamenti sulle risorse native del telefono (fra cui anche 3D Touch e Siri).
Ciò che convince di più, al di là delle singole feature, è l’amalgama fra la parte hardware e software, la sensazione di avere fra le mani un oggetto che fa esattamente quello che ti aspetti. Tutte le interazioni più o meno complesse vengono gestite senza ritardi né incertezze: il 3D Touch, il sistema che capisce quanta forza stiamo mettendo sul display, funziona in modo impeccabile e lo stesso dicasi del lettore di impronte digitali.
fonte http://www.panorama.it/mytech/smartphone-tablet/apple-iphone-7-plus-la-recensione/
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