Lumix GH6: 4K/120p e 5,7K 60p per la nuova top di gamma Micro Quattro Terzi di Panasonic
Un nuovo sensore e un nuovo processore sono il cuore di questa mirrorless Micro Quattro Terzi, che dichiara prestazioni di rilievo sia in ambito video, sia in ambito fotografico: raffica a 75 fps e video 4K/120p, 5,7K 60p e 5.7K Apple ProRes 422 HQ con registrazione interna sono dati che faranno gola a molti: Ecco la nostra anteprima di Panasonic Lumix GH6
L’inedito sensore da 25 megapixel privo di filtro antialiasing è un tassello fondamentale della nuova Lumix GH6 e garantisce una maggiore velocità di lettura rispetto alle generazioni precedenti, trattandosi probabilmente di un sensore di tipo BSI retroilluminato. Questo fatto, unito alla maggiore potenza del processore, permette di scattare raffiche fotografiche con AF singolo e otturatore elettronico fino a 75 fps (solo 8 fps però con AF), ma soprattutto di registrare video fino ai formati 4K/120p e 5,7K/60p.
Panasonic presenta questa nuova fotocamera forte dell’esperienza maturata con modelli come Lumix S1H e le due cubiche BGH1 e BS1H e ha sfruttato alcune delle soluzioni tecniche anche su questo modello. Una su tutte è la presenza di un sistema di ventilazione forzata in grado di contribuire al raffreddamento del dispositivo durante le riprese a più alto frame rate. Riprese ad elevato frame rate che richiedono schede veloci: Panasonic ha scelto di affiancare allo slot SD un secondo slot CFexpress. Queste schede, regine di velocità, sono responsabili di parecchia generazione di calore e il sistema di ventilazione, tramite una rete di heat-pipe e radiatori, è in grado di estrarre il calore generato anche dal comparto delle schede di memoria, oltre che da sensore e processore.
Nonostante la presenza di un sistema attivo di raffreddamento, la fotocamera non perde la sua protezione contro polvere e acqua. La presenza del sistema di raffreddamento è ben visibile dietro il display, con le due griglie di entrata e uscita dell’aria. Rispetto alle altre MQT, anche per il sistema di ventilazione integrata, Lumix GH6 è più massiccia e in termini di ingombri e pesi non è molto lontana dalle full frame Sony A7.
Come d’uso in casa Panasonic, la lista dei formati video registrabili è lunghissima, ma spiccano soprattutto quelli ad elevata qualità e frequenza. Per chi cerca la massima qualità e libertà in post produzione è possibile registrare internamente sulla scheda CFexpress video 5.7K Apple ProRes 422 HQ e Normal fino a 30p. Oppure salire di frame rate al formato 5,7K 60p 10 bit. Passando al 4K UHD o C4K DCI 4:2:2 10-bit il frame rate può salire ancora fino a raggiungere i 120p. Per chi usa ottiche anamorfiche sono disponibili i formati 5.7K 60p/50p 4:2:0 a 10 bit e in 5.8K 30p/25p/24p (4.4K 60p) 4:2:0 a 10 bit. Alla registrazione video interna 4:2:2 a 10 bit con risoluzione 4K 60p, è possibile sommare l’output simultaneo cinematografico 4K 60p e 4:2:2 a 10 bit via HDMI.
La messa a fuoco, nonostante le speranze di molti, resta ancorato alla tecnologia a contrasto, anche se coadiuvata dal sistema DFD – Depth from Defocus – che, conoscendo il profilo dello sfocato delle ottiche proprietarie – riesce a stabilire in che direzione muovere il fuoco, senza dover andare a tentativi su tutto l’intervallo. I punti di messa a fuoco sono aumentati e ora superano i 300. A livello di messa a fuoco c’è però una funzione innovativa molto interessante, definita Focus Transition. È possibile stabilire tre distanze di messa a fuoco prefissate e poi mandare la messa a fuoco a quelle distanze con la pressione dei tre pulsanti (WB, ISO, Compensazione esposizione). In pratica è come avere un sistema di follow focus con distanze prefissate integrato, con la possibilità di regolare in modo semplice tali distanze ogni scena. A grande richiesta, poi, ora è possibile mantenere attiva la funzione Focus Peaking anche durante la registrazione dei filmati. Molto interessante è poi la funzione Focus Limiter, che permette di selezionare un intervallo di distanze su cui far lavorare l’autofocus, in modo da renderlo più veloce ed evitare che in situazioni difficili ‘parta per la tangente’.
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